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Patologia degenerativa artrosica primitiva e secondaria del ginocchio e dell’anca

L’ artrosi del ginocchio, o gonartrosi, è la più comune malattia del ginocchio in età senile. E’ una malattia cronico-degenerativa, che porta ad un danno articolare crescente fino a comportare un grado significativo di disabilità.

La gonartrosi primitiva è una condizione di cui non è nota la causa determinante. L’ambito delle forme primitive è destinato inevitabilmente a restringersi con il progredire della conoscenza della malattia. Pare che l’obesità (e quindi il maggior carico) insieme a fattori predisponenti costituzionali giochi un ruolo importante nella progressione della malattia. Tali fattori per così dire predisponenti possono variamente e imprevedibilmente incrociarsi con una serie enorme di variabili indipendenti quali i traumi cui un paziente è esposto nella vita di tutti i giorni, l’attività sportiva più o meno intensa o addirittura usurante nonchè l’attività lavorativa che può contemplare anche carichi fisici non indifferenti. L’evoluzione ultima di questa imprevedibile interazioni di variabili indipendenti può condurre all’artrosi dell’articolazione del ginocchio.

Anche la precocità della presentazione della patologia artrosica e la velocità di progressione è legata allo stesso algoritmo di componenti.

Le cause più comuni di gonartrosi secondaria sono i postumi di fratture articolari del ginocchio, i malallineamenti (ginocchio varo e valgo), il disallineamento dell’apparato estensore, le instabilità (rottura inveterata dei legamenti crociati), i postumi di interventi di meniscectomia totale e quelli di osteocondrite dissecante e di osteonecrosi condilica. Meno frequentemente si riconoscono anche cause sistemiche, quali alcune malattie dismetaboliche o malattie del sangue come l’emofilia o la talassemia.

Un capitolo a parte merita poi l’artrosi secondaria a patologia infiammatoria cronica sistemica definite appunto Artriti. Le più comuni forme di artrite sono : l’Artrite reumatoide e l’artrite Psoriasica. Altre forme artritiche quali quelle legate al Lupus eritematoso sistemico sono fortunatamente meno frequenti.

La caratteristica principale di queste patologie è l’enorme polimorfismo di presentazione che le rende di difficile inquadramento. Si possono così avere casi di severa aggressività articolare con conseguente artrosi precoce ad indicazione chirurgica e casi di scarso interessamento articolare accompagnati da dolore di media entità.

Il ginocchio artrosico è innanzitutto dolente (gonalgia). Il dolore, che è esacerbato dalla flessione massima, è in genere ben localizzato. Non di rado una coesistente cisti di Baker provoca una fastidiosa sensazione di tensione o pressione nell’incavo del ginocchio.

Nelle fasi avanzate, l’usura spesso asimmetrica dell’articolazione tende a determinare un malallineamento in varo o valgo o ad aggravarne uno pre-esistente.

Le forme iniziali possono trovare un temporaneo (ma a volte abbastanza duraturo) giovamento nella viscosupplementazione locale. Questa terapia, di competenza prettamente specialistica, viene eseguita mediante una serie di 2-4 infiltrazioni endoarticolari di preparati a base di acido jaluronico. La finalità della viscosupplementazione è il miglioramento della lubrificazione del ginocchio e del trofismo delle cartilagini.

La terapia farmacologica è essenzialmente palliativa e dovrebbe essere impiegata, in modo possibilmente ciclico e non continuativo, per alleviare i disturbi nel paziente non candidato alla protesizzazione (perché ancora poco sintomatico o inoperabile). L’infiltrazione cortisonica, da non confondere con la viscosupplementazione (solo la via di somministrazione accomuna questi due presidi), è uno strumento potente, capace di risolvere rapidamente un quadro infiammatorio locale che a volte si sovrappone alla gonartrosi. Poichè i cortisonici possono deteriorare le strutture nobili intra-articolari (cartilagini, menischi e legamenti), andrebbero somministrati con cautela in pazienti che siano candidati a procedure conservative (come le osteotomie o le protesi monocompartimentali).

Poichè il ginocchio è circondato da un “astuccio” osseo solido e spesso, le comuni terapie fisiche (laser, ultrasuoni, elettroforesi…) risultano in genere poco efficaci. Nei soggetti obesi il calo ponderale ottiene grandi benefici e può prevedibilmente rallentare l’evoluzione del danno articolare, mentre un moderato esercizio fisico in assenza di carico (nuoto, bicicletta) permette di conservare più a lungo la mobilità e il trofismo muscolare, ritardando la comparsa di rigidità. Ovviamente le attività fisiche in carico, come il jogging, e tutti gli sport di contatto sono da evitare, poiché potrebbero accelerare la progressione del danno cartilagineo.

Nei casi refrattari al trattamento conservativo l’unica soluzione è l’intervento di protesizzazione. A tal proposito, esistono diversi tipi di protesi, a seconda di quale distretto anatomico sia interessato dal processo artrosico.

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