Presso l’Unità Funzionale di Chirurgia Protesica dell’Anca e del Ginocchio dell’ Humanitas Gavazzeni a Bergamo, l’equipe chirurgica gestita dal Responsabile, il dott. Francesco Verde, mediante il programma digitale OsiriX Dicom Viewer, esegue la pianificazione digitale preoperatoria.
Durante questa fase si sceglie l’impianto protesico più adatto a gestire la ricostruzione geometrica dell’articolazione in maniera anatomica.
Protesi dell’ anca, dunque, adeguate alla struttura dell’articolazione dei pazienti.
Il software
Il software, prodotto dopo diversi anni di ricerca ortopedica, con l utilizzo di diversi parametri, permette di disegnare sulla radiografia del paziente, la protesi corrispondente da impiantare.
Si ha un ampio format di tipologie protesiche tra cui scegliere. Ciò permette al chirurgo di avere una maggior libertà nella scelta della protesi più adatta all’anatomia del paziente.
Questo rappresenta senz’altro un grande passo avanti, rispetto a qualche anno fa, quando la pianificazione veniva fatta con i lucidi utilizzando i phantoms delle protesi e quando i modelli disponibili erano meno numerosi.
Attualmente il concetto di medicina personalizzata si sta sempre più diffondendo, partendo dai farmaci fino ad arrivare agli impianti protesici. Perché ci si è resi conto dell’ unicità dei pazienti, intesa come diverso bagaglio genetico e medico.
Nasce quindi la necessità di modellare e applicare la medicina al singolo paziente, affinchè sia la medicina ad adeguarsi al paziente e non viceversa.
Secondo il Responsabile Dott. Verde
“ la pianificazione pre-operatoria è indispensabile per un impianto protesico corretto.
La scelta del modello segue la necessità di ricostruire correttamente la geometria articolare dell’anca, rendendola il più possibile adattabile al corpo umano.
È impensabile che un solo modello protesico possa essere sufficiente a soddisfare tutte le morfologie esistenti, in quanto ciascun paziente porta con sé una diversa storia anatomo-patologica, che lo rende unico.
È quindi indispensabile avere un’ampia disponibilità di modelli protesici, all’interno del proprio armamentario in sala operatoria, che riducano il rischio di un adattamento forzato del paziente alla protesi”.