Negli ultimi 15 anni il numero di artroprotesi monocompartimentali impiantate nel nostro paese è aumentato. Questo successo è dovuto alla diffusione del concetto di miniinvasività, al perfezionarsi delle indicazioni e delle tecniche operatorie e alla messa a punto di modelli di protesi affidabili a lungo termine.
Gli insuccessi
Derivano da diverse cause come: la mobilizzazzione asettica, la degenerazione del compartimento non trattato o della femoro rotulea, il malposizionamento, l’ instabilità capsulo-legamentosa, la frattura dei componenti e l’usura. Quest’ultima, anche se non è la principale imputata del fallimento, è possibile che possa contribuire la mobilizzazione delle componenti protesiche.
Metodo di revisione
Nella nostra esperienza la scelta del metodo di revisione è strettamente dipendente da:
- la/e causa/e del fallimento;
- dall’età del paziente;
- dallo stato di conservazione degli altri compartimenti articolari;
- dal difetto del bone-stock;
- dalla stabilità capsulo-legamentosa.
Conclusioni
In relazione a tali parametri abbiamo utilizzato tre diverse procedure di revisione: Mono su Mono, Totale su Mono, BiMono conservando il primo impianto.
Le conclusioni a cui siamo giunti sono che la revisone di una Mono è tecnicamente meno difficile di quella di una Totale anche dal punto di vista del bone stock e che in una buona percentuale di casi, si può riutilizzare un’altra Mono oppure una Totale da primo impianto con notevoli benefici dal punto di vista delle perdite intraoperatorie e del recupero funzionale del paziente.
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