Da giugno 2018 abbiamo iniziato ad utilizzare tecniche di Sutura chirurgica avanzata, arrivando ad oltre 1000 casi fra protesi di anca e ginocchio.
Cambiare le abitudini operative è tanto difficile quanto doveroso se vi sono evidenze scientifiche di supporto.
PROTESI A CONFRONTO
E’ noto che mentre il tasso di fallimento tra Protesi di anca e ginocchio è simile, il tasso di soddisfazione è maggiore nelle prime.
Visti gli straordinari risultati ottenuti con le tecniche di suture chirurgiche avanzate nelle protesi d’anca, abbiamo deciso di valutarne l’efficacia anche nelle protesi di ginocchio.
La mobilizzazione dell’impianto e la sepsi sono le cause principali di revisione di protesi di ginocchio. In particolare oggi il focus principale da parte di tutte le organizzazioni scientifiche in ambito sanitario è sulle infezioni che sono drammaticamente in crescita.
In questo ambito le infezioni superficiali o del sito chirurgico rappresentano spesso il primum movens per lo sviluppo di infezioni su protesi.
La difficoltà sta nel creare una sutura salda e pulita ma allo stesso tempo flessibile e sicura che si adatti alle sollecitazioni post-operatorie.
Mentre nell’anca le sollecitazioni meccaniche sulla ferita sono trascurabili, nel caso del ginocchio il paziente deve poterlo piegare fin da subito.
Il confronto con colleghi provenienti da tutto il mondo ha permesso di mettere a punto tecniche specifiche per il ginocchio ugualmente soddisfacenti a quelle già maturate per l’anca.
COME INTERVENIRE?
La gestione della ferita chirurgica rappresenta una delle criticità del nostro protocollo fast track se rapportata alle caratteristiche cliniche del nostro campione, costituito anche da pazienti over 80 o con comorbidità.
A questo aggiungiamo che una percentuale del campione è rappresentata da interventi bilaterali simultanei, bifocali, revisioni.
Inoltre il 65% dei pazienti risiede in un’altra regione rispetto alla Clinica e, come emerso recentemente, la deiscenza della ferita è una delle complicanze minori più comuni per chi non può contare sulla vicinanza alla struttura.
Le complicanze che necessitano di trattamento chirurgico, tra cui quest’ultima, hanno un grave impatto sui costi e sul comfort del paziente.
Ridurne l’incidenza resta quindi il nostro obiettivo…ma come fare?
Abbiamo ridotto il rischio d’infezione utilizzando un dispositivo medico, appartenente alla famiglia degli adesivi cutanei, composta da un cerotto superficiale su cui viene fatta polimerizzare una colla che lo rende impermeabile apportando una chiusura stagna dei piani sottostanti rispetto alla superfice cutanea libera.
Le SSI (infezioni del sito chirurgico) sono associate all’accumulo di liquido o sangue (ematoma) che, migrando, si sposta verso i tessuti più profondi, contaminandoli.
Il 58% delle SSI deep (dei tessuti profondi) è associata a SSI superficial.
Il nuovo dispositivo agisce proprio qui, prevenendo questa potenziale migrazione di fluidi contaminati grazie alla sua stessa composizione: una rete autoadesiva su cui si applica del cianoacrilato che polimerizza sulla sua superfice.
Altre peculiarità non meno importanti sono la cosmesi e il comfort.
La sua stessa rimozione è molto semplice, non necessita del supporto medico o infermieristico e si stacca come un cerotto normale, senza creare il discomfort caratteristico di punti metallici o “graffette” tradizionali.
LA BUONA PRATICA
La pratica è indispensabile per una sutura chirurgica adeguata.
Le linee guida vengono in nostro aiuto per limitarne le possibili complicanze:
– Eresipela (dermatite da contatto); curabile con pomata al cortisone e antibiotico.
– Ritardo di guarigione; dovuto a un difetto di perfusione del t. sottocutaneo o ad una sutura non corretta dei piani profondi. Si cura con gli steril strips.
– Deiscenza della ferita; a volte l’eccesso di ematoma può farsi strada durante la fisioterapia fino a fuoriuscire dalla ferita, di solito al 1/3 distale. In tal caso si sutura solo il tratto interessato con clips metalliche o fili di sutura.
I VANTAGGI DELLA SUTURA CHIRURGICA AVANZATA
La sutura continua accorcia i tempi in sala operatoria e rende maggiormente applicabile un rapid recovery, altrimenti prolungabile da possibili problematiche derivanti della gestione della ferita.
Questo ovviamente permette anche di evitare ulteriori costi sanitari da esse derivanti.
Altra qualità è sicuramente la possibilità del paziente di poter valutare da sé la propria ferita, non più “nascosta” e a miglior impatto estetico; senza contare che è possibile lavarsi già dopo 48- 72 h dalla sua applicazione.
CONCLUSIONI
L’aumento d’infezioni a livello mondiale pone la gestione della ferita chirurgica di primario interesse.
Le tecniche di suture chirurgiche avanzate sono da preferire alla metodica tradizionale, non più supportata dalle evidenze scientifiche.
Le nuove procedure concedono un maggior comfort al paziente, elemento centrale della sua sfera emozionale e in rapporto con il proprio Chirurgo.